Posted On Luglio 2, 2018 In Criminologia With 2539 Views

La guerra fredda (Seconda parte)

Vent’anni d’intesa tra Italia e America.

“Una volta tirati via gli orpelli, le garanzie procedurali dei sacri testi, la vera essenza della società si riduce ad una lotta tra bande” – Piazza delle Cinque Lune

di Ilaria Severini

A partire dal 1947 il mondo si divide in due: si avvia il ventennio della Guerra Fredda che vede in contrapposizione politica, ideologica e militare le due potenze principali emerse vincitrici dalla seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. La tensione esistente tra le due potenze non si concretizzò mai in un conflitto militare diretto, ma vennero utilizzate diverse forze da ambo le parti per tenere sotto controllo “l’avversario”: la più importante è sicuramente la strategia della tensione, che identifica una strategia politica da realizzare mediante un disegno eversivo, tesa alla destabilizzazione e al disfacimento degli equilibri precostituiti. Destabilizzare per stabilizzare.

Negli anni ’60 si ha l’inizio del vero e proprio periodo della strategia della tensione: inizia il periodo delle stragi.

12/12/1969 – Strage di Piazza Fontana, Milano. 16 morti e 88 feriti.

22/07/1970 – Strage di Gioia Tauro. 6 morti e 77 feriti.

31/05/1972 – Strage di Peteano. 3 carabinieri morti e 1 ferito.

17/05/1973 – Strage della Questura di Milano. 4 morti e 46 feriti. 

28/05/1974 – Strage Piazza della Loggia, Brescia. 8 morti e 94 feriti.

04/08/1974 – Strage dell’Italicus. 12 morti e 48 feriti.

02/08/1980 – Strage della stazione di Bologna. 85 morti e 200 feriti.

24/12/1984 – Strage del Rapido 904 o Strage di Natale. 16 morti e 300 feriti.

Quegli anni, non sono caratterizzati solo dalle stragi, ma anche dai tentativi di Golpe, di colpi di Stato: Piano Solo, Golpe Rosa dei Venti, Golpe Sogno, Golpe Borghese.

La notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1970 alcune centinaia di uomini arrivarono a Roma entrando al Ministero degli Interni per rubare armi e munizioni. L’intento era quello di occupare anche il Ministero della Difesa, le televisioni e le centrali telefoniche, arrestare i principali capi delle Istituzioni e mettere al potere una Giunta Nazionale. Ne dà l’annuncio lo stesso Junio Valerio Borghese, a capo dell’operazione. Dopo poche ore dall’arrivo nella capitale però, il principe richiamò tutti i suoi uomini bloccando l’azione.

Secondo quanto detto dai collaboratori di giustizia e dalle inchieste della magistratura assieme ai reparti della Guardia Forestale, ad altri esponenti delle Forze Armate e ai neofascisti, sarebbero stati presenti anche uomini della mafia, di Cosa Nostra e delle ‘Ndrine calabresi particolarmente vicine alla politica di Borghese. Secondo alcuni documenti, sia l’ambasciata americana che i servizi segreti americani sarebbero stati a conoscenza del Golpe e avrebbero negato il loro appoggio. L’ipotesi di un governo militare o di un governo fascista non poteva essere guardato con favore dagli americani se non come estrema soluzione. Chi ordinò allora il blocco del Golpe?

Il 27/11/1984 la Corte d’Assise di Roma assolse tutti gli imputati per il Golpe Borghese perché il fatto non sussisteva, definendolo un’isolata manifestazione.

Per alcune delle stragi avvenute durante la strategia della tensione, ancora non si hanno colpevoli, come è avvenuto per la Strage di Piazza Fontana che ha visto il processo protrarsi per trent’anni con sentenze contraddittorie, con imputati assolti, poi condannati e di nuovo assolti. Di alcune stragi sono stati individuati gli esecutori materiali. Di nessuna è stato individuato un eventuale mandante.

Vincenzo Vinciguerra che, come abbiamo visto, si confessa esecutore della Strage di Peteano, si definì, durante l’interrogatorio del 1984, un soldato politico. Decise di parlare per far chiarezza sulla strategia stragista di certe forze che riteneva rivoluzionarie di destra e che invece agivano guidate da centri di potere nazionali e internazionali collocati ai vertici dello Stato. Disse che “i servizi ‘deviati’ conoscevano perfettamente il mondo neofascista. Su Peteano erano informati. Sono stati informati i mesi seguenti l’attentato, non prima. Nell’ottobre del ’72 hanno avuto in mano elementi concreti per poter provare la mia responsabilità per l’attentato di Peteano. Non lo hanno voluto fare. Non perché volessero proteggere me, ma perché contrastava con la strategia politica che stavano portando avanti”. Per questa strage sono stati condannati anche Carlo Cicuttini, neofascista, e alcuni ufficiali dei carabinieri. Quest’ultimi sono stati condannati nel 1991 dalla Corte d’Assise d’Appello di Venezia per falso continuato, in altre parole per depistaggio.

Nel 1993 fu arrestato Carlo Digilio, neofascista appartenente a Ordine Nuovo ed esperto di esplosivi. Nel 1995 si pentì, decidendo di parlare con i magistrati. Parlò soprattutto di due stragi: quella di Piazza Fontana (Milano) e quella di Piazza della Loggia (Brescia) per le quali sono ancora in corso le indagini per capire gli esecutori e i mandanti, ma tutti gli indizi portano al movimento politico Ordine Nuovo.

Nel 1956 Pino Rauti esce dal MSI (Movimento Sociale Italiano) insieme ad altri esponenti dando vita ad un nuovo movimento, Ordine Nuovo, che verrà sciolto nel settembre del 1973 dal Ministro degli Interni. Secondo le ipotesi della magistratura, alcuni degli esponenti di Ordine Nuovo formavano la manovalanza per la strategia della tensione. La stessa cosa valeva anche per Avanguardia Nazionale, gruppo di estrema destra.

Secondo il giudice Mastelloni, “la strategia della tensione non sarebbe solo stragismo, ma una sommatoria anche di carattere culturale e sottoculturale, di segreto militare, di piani operativi, di collegamenti con ambienti eversivi”.

Secondo alcuni, i servizi segreti americani erano al corrente di quanto stesse accadendo in Italia. Avevano di fatto infiltrato gruppi di estrema destra, come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, a loro volta infiltrati dai servizi segreti italiani, che comunque erano in collegamento con quelli americani. Il Generale Maletti, testimoniando per la Strage di Piazza Fontana, affermò che “è possibile che la CIA abbia aiutato movimenti eversivi italiani che facevano comodo alla politica americana”.

Non ci sono elementi certi che dicano che gli americani siano stati i mandanti di quelle stragi, ma sicuramente hanno avuto notizia prima di quello che si andava preparando e non hanno ritenuto di dover intervenire.

Nel 1967 prese vita l’operazione CAOS. A capo vi era il generale Westmoreland. Quest’operazione consisteva nell’infiltrare i movimenti della sinistra antagonista, contestatrice e pacifista. Infiltrarli per poterli sorvegliare, eventualmente per dirigerli a scopo di provocazione. Sempre lo stesso motto: destabilizzare per stabilizzare. Lo scopo era quello di controllarli dall’interno, screditarli agli occhi dell’opinione pubblica e indebolirli, magari col traffico di stupefacenti, LSD, utili anche come fonte di finanziamento.

Secondo Francesco Cossiga “vi era sì un’ingerenza di tipo politico ma non un’ingerenza a fini di stragismo, perché volevano avere la situazione tranquilla in Italia, avendo loro le basi sul nostro territorio”.

Negli anni ’80 il mondo era ancora diviso in due blocchi. La corsa al riarmo determinata dalla reciproca paura da parte dei due blocchi, era al massimo sviluppo. Corsa al riarmo significava missili nucleari.

Il 30/4/1982 sono stati uccisi da una scarica di proiettili Pio La Torre, segretario del PC della Sicilia, e il suo autista, nonché guardia del corpo. La Torre, da sempre in guerra con la mafia, si stava battendo contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso, che, a suo avviso, avrebbe rappresentato una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia.

Ma Pio La Torre fu ucciso solo per il suo impegno contro la mafia, o c’entrava qualcosa il suo impegno pacifista? Da alcune dichiarazioni è emerso che, durante un interrogatorio da parte di un magistrato americano ad uno dei pentiti di Cosa Nostra, Marino Mannoia, a Washington, l’uomo disse che furono loro gli esecutori del delitto La Torre, ma dietro c’era un’altra matrice. Il magistrato interruppe l’interrogatorio e quando lo riprese non pose più domande sui mandanti. Per questo omicidio vennero accusati come mandanti alcuni degli esponenti della commissione di Cosa Nostra come Totò Riina, Riccardo Provenzano e Michele Greco.

Nel 1989 crollò il Muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda e della contrapposizione tra i blocchi. Nazione dopo nazione il blocco sovietico si sfaldò e nel 1991 scomparve la stessa Unione Sovietica. La Cortina di Ferro non esisteva più.

Gli anni della Guerra Fredda portarono ai paesi appartenenti ad entrambe i blocchi, una Sovranità Limitata. Secondo Cossiga, “in tutti e due i blocchi, con intensità diverse, è esistita la sovranità limitata. Quando vi sono grosse coalizioni vi è sempre una potenza egemone che limita la sovranità degli altri membri. Questo è avvenuto, anche per motivi ideologici nel Patto di Varsavia, tanto che fu elaborata la “Teoria della sovranità limitata” e dall’altra parte c’era un’egemonia di fatto, soprattutto in Italia, degli Stati Uniti d’America.

Quindi, con la caduta del Muro di Berlino, si è avuta la fine della divisione in due blocchi, la fine della guerra fredda, la fine della sovranità limitata? O è solo cambiata la posta in gioco?

Approfondimenti

http://www.senate.be/lexdocs/S0523/S05231297.pdf

http://www.archivioguerrapolitica.org/wp-content/uploads/2012/08/Relazione-Andreotti-1991.pdf

http://www.investigatingtheterror.com/documents/files/gladiodocs.pdf

http://www.isgp.nl/organisations/ASC/1970_03_10_FM30-31B_document_Westmooreland.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=VWrXdXuPiOs&list=PLItcb-     rDSqrRDCO3UZEpGuMJj4zngoQTs&index=1

https://www.youtube.com/watch?v=LXwSzgh64EY&list=PLItcb-rDSqrRDCO3UZEpGuMJj4zngoQTs&index=2

Bibliografia

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