Posted On Luglio 26, 2017 In Criminalistica With 1240 Views

Droni come mezzo per la ricerca di persone scomparse

 

di Alessandra Nicolosi 

Il fenomeno della scomparsa è in continuo aumento e oggi, grazie alle nuove tecnologia, forse si è in grado di combattere o almeno di provare a diminuire il fenomeno. La tecnologia di cui parliamo riguarda i droni, mezzi volanti, terrestri, cingolati e subacquei, comandati a distanza che trasmettono, grazie alla telecamera di cui sono dotati, immagini in tempo reale. I vari tipi di droni sono realizzati per muoversi e lavorare nello specifico ambiente, tutti hanno il presupposto di realizzare una piattaforma mobile, controllata da remoto, che si possa muovere ed operare, trasportando una serie di sensori per monitorare l’ambiente ed una serie di “attrezzi” che gli consentono di effettuare i lavori previsti.

 

Oggi i droni sono in grado, se opportunamente utilizzati e pilotati, di ridurre i due fattori più importante nelle attività di ricerca e soccorso: il tempo e il rischio.

 

Grazie all’utilizzo degli stessi, oggi possiamo essere in grado di intervenire in tempi ridotti, con meno personale e, soprattutto, con meno dispendio economico e con maggiore efficacia.

 

A differenza dei normali elicotteri con personale a bordo, che, volando ad una distanza di circa 200-300 mt d’altezza, comportano rischi sia per le persone a bordo che difficoltà visive (non potendo mettere bene a fuoco), i droni volano ad un’altezza molto inferiore, circa 70 mt, e, grazie ai vari sistemi di sensori che possono montarsi a bordo, sono in grado di controllare, sia aree più vaste, sia di trovare persone grazie al rilevamento della temperatura corporea.

 

Nella ricerca di persone scomparse, l’aeromobile permette di sorvolare e controllare vaste aree del territorio con missione di scanning, in qualsiasi ora della giornata grazie all’utilizzo di sensori infrarossi e termografici i quali permettono di scovare il soggetto anche se celato nella vegetazione.

 

Anche i sensori Radar Sar, possono essere utili, in quanto, permettono di osservare le anomalie del terreno come depressioni o rilievi localizzati o discordanti con la morfologia dello stesso, e, combinati con l’aerofotografia possono essere in grado di individuare, attraverso queste “anomalie”, persone sepolte sotto il terreno.

 

I droni risultano essere utili anche nella ricerca di persone in area fluviale, poiché la visione dall’alto permette di osservare meglio le aree di sponda anche nascoste da piante e alberi e/o pericolose e, soprattutto, la corrente dell’acqua può trasportare il corpo in punti dove i ricercatori da terra non hanno visuale.

 

In conclusione ritengo sia utile dire che, oggi, non tutti possono pilotare i droni ma è necessario avere il brevetto per piloti di SAPR (Sistemi a Pilotaggio Remoto) e rispettare il Regolamento ENAC.

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